Inter, caso Boiocchi: chi era il capo ultrà e tutti i suoi affari

È stato ucciso poco prima dell’inizio di Inter – Sampdoria

Ha fatto scalpore la notizia della morte del capo ultrà dell’Inter, Vittorio Boiocchi, ucciso sabato sera poco prima del match tra Inter e Sampdoria.

Come di consueto, visto la raspo, stava rientrando a casa per vedere la partita quando due uomini a bordo di una moto l’hanno ucciso e colpito con 5 proiettili.

Chi era Boiocchi

Fondatore 69enne dei Boys San alle spalle aveva tanti problemi con la giustizia. Ben 26 anni di carcere e dieci condanne con diversi contatti con Ndrangheta e Mafia.

Uscito dalla prigione nel 2018 aveva iniziato anche una serie di affari. In una intercettazione disse: «Faccio 80 mila euro al mese tra parcheggi e altre cose, 10 mila euro a partita». Proprio la gestione di questo ambito era la principale fonte di guadagno.

Nel 2021 era stato di nuovo arrestato dopo essere stato trovato in possesso possesso di una pettorina della guardia di finanza, un taser, una pistola non immatricolata con munizioni, un coltello e manette probabilmente al fine di una estorsione.

Tra gi “affari”, estorsione e traffico di droga.

Intanto, ieri, la Curva Nord ha diramato un comunicato: “La Curva Nord piange la scomparsa di Vittorio, per tutti ‘lo Zio’. In questi interminabili attimi di buio e dolore è solo tempo di silenzio. Le nostre condoglianze alla famiglia”.

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