Giorgio Rocca: “In Slalom racconto chi sono: imprese sportive e tanto altro”

Domani venerdì 8 ottobre esce Slalom, libro Nel quale Giorgio Rocca si racconta tra imprese sportive e vita privata

Giorgio Rocca, uno degli sciatori italiani più vincenti della storia, racconta in prima persona il suo amore smisurato per lo sci e la montagna, fatto di passione, tenacia, determinazione e voglia di arrivare.

Domani, venerdì 8 ottobre, arriverà in tutte le librerie fisiche e digitali “Slalom – Vittorie e sconfitte tra le curve della mia vita”. Nato in Svizzera nel 1975, da mamma svizzera e papà italiano, Giorgio Rocca ha vinto la Coppa del Mondo di slalom, collezionando in carriera tre medaglie iridate e ventidue podi. Nel 2010 ha fondato la Giorgio Rocca Ski Academy dove non insegna solamente a sciare o a migliorare il proprio stile, ma nutre la passione di chi ama lo sport invernale più famoso con sessioni di allenamento divertenti e altamente tecnologiche.

In  “Slalom – Vittorie e sconfitte tra le curve della mia vita”, con una buona dose di autoironia e una carica di sincerità, sempre in bilico tra l’azione e l’emozione e tra la gioia e la delusione, Rocca descrive le esperienze sportive e umane che l’hanno portato a primeggiare sulle piste di tutto il mondo, in un’epoca non lontana in cui lo sci alpino era alla disperata ricerca dell’erede di Alberto Tomba.

Giorgio, da dove si parte per scrivere un libro sulla propria vita?

Ho sempre voluto farlo, ma non ho mai trovato l’ispirazione nè il tempo da dedicare al progetto, ma mi è sempre piaciuto sintetizzare per tornare io al ricordo del mio passato e di quello che ho fatto nella mia vita sia da sportivo sia non.

È un sogno che avevo e l’ho realizzato. Ho trovato i modi e le persone che mi hanno aiutato e l’abbiamo fatto.

È stato un esercizio di memoria, immagino. Quali episodi o momenti sono riaffiorati che credeva perduti?

Non è stato propriamente un lavoro di memoria, perchè abbiamo utilizzato molto la carta stampata e quello che avevamo in archivio. Abbiamo ricostruito. Ci è servito per farmi tornare in mente alcune cose successe. Col sorriso sono tornato ad emozionarmi per quei momenti.

Nella dedica e nei ringraziamenti vi sono i suoi genitori e la sua famiglia. Che bambino era e che uomo è diventato Giorgio Rocca?

Ero un bambino come tutti gli altri che, però, ha deciso con tutto il cuore di seguire il proprio sogno. Grazie ai miei genitori e grazie alle famiglie che, mano a mano, mi hanno sostenuto, sono riuscito ad arrivare a quello che sono oggi: un bambino come tutti gli altri prima e un uomo con le proprie debolezze, le proprie esperienze e le proprie forze che ha imparato molto grazie allo sport.

Il libro ha un sottotitolo: “Vittorie e sconfitte tra le curve della mia vita”. Qual è la vittoria di cui va più fiero?

La vittoria in generale di cui vado più fiero è di essere diventato, grazie alle mie esperienze, un uomo capace di essere un papà che adora i propri figli, ma che allo stesso tempo ha indiscutibilmente la tenacia per arrivare nel lavoro a quello che desidera e trova motivazione in tutto quello che fa. E questo me lo ha insegnato lo sport.

Qual è la sconfitta che per la funzione che ha avuto vale come fosse una vittoria?

La sconfitta è stata la caduta olimpica. È stato il momento più duro, ma, quando sono riuscito a ritrovare le forze, ho capito che non tutto è legato ad un evento singolo e si può essere felici anche senza.

Siamo reduci dalle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo 2020. Si parla molto di quanto sia importante l’attenzione dei media per gli atleti. Cosa ne pensa?

È importante. Rispetto a prima, la differenza grande, e la fortuna forse, che hanno gli atleti di oggi è che i social network, se ben utilizzati, aiutano molto e puoi emozionare ancora di più rispetto a prima.

A proposito, come Aldo Montano in questo momento, ha partecipato a due programmi televisivi, ossia Pechino Express e Notti sul Ghiaccio. Cosa ricorda di queste avventure?

Sono state due belle sfide che hanno rappresentato nella mia carriera televisiva una piccola parentesi che mi ha fatto molto divertire e mi ha reso forse un po’ più noto rispetto a se fossi rimasto a casa. La tv e i media aiutano per far sì che tu abbia un filo di notorietà in più senza snaturare quello che sei. La tv ha tutto un suo mondo che non è quello sportivo. Se ci sa convivere bene, può dare una grande mano.

La rivedremo in altre esperienze televisive?

Sono stato contattato per la scorsa edizione del Grande Fratello. C’eravamo vicini, ma non si è avverata per mie esigenze lavorative: avveniva in un periodo invernale in cui non potevo assentarmi. Non si sa mai, qualcosa potrebbe accadere. In questo momento no perchè ho parecchio lavoro e si prospetta una stagione piena di emozioni dato che la gente dopo il Covid ha voglia di sciare. Mi dedico alla gente appassionata di sci.

Da undici anni è fondatore della Giorgio Rocca Ski Academy. Secondo lei, quali qualità bisogna avere per essere un buon maestro di sci?

Bisogna essere pazienti, seguire le esigenze del cliente, essere molto capaci di adattarsi alla situazione e trasmettere entusiasmo.

A chi le piacerebbe dare lezioni di sci?

Mi piacerebbe dare lezioni di sci a Julia Roberts. Mi è sempre piaciuta e, ancora adesso, come donna non mi dispiacerebbe perchè mi sembra una donna tutta d’un pezzo.

Ammetto di avere avuto grandi occasioni, come dare lezioni di sci a Maria De Filippi, con lei ho toccato l’apice dell’imprenditrice televisiva più famosa in Italia, che tutti vorrebbero far sciare al mio posto. E poi imprenditori come Ruffini, Neri. Mi fa sempre piacere e sono lusingato.

Nonostante una carriera strepitosa, lei sceglie sempre le sue montagne. Quale segreto c’è tra lei e loro?

Il segreto è che ho una grande passione per la montagna. Dato che ho avuto questa grande fortuna, mi sembra il posto migliore per potere continuare a viverci quantomeno per il lavoro. Mi piace un sacco e sono posti fantastici. Sono difficilmente separabile dalla mia montagna perchè ci ho vissuto per tanti anni e ci vivo volentieri. Quindi, bene il mare, ma l’inverno per me è giusto vivermi le montagne.

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