Fognini non ci sta: il tennista pronto a chiedere il danno d’immagine

L’azzurro è stato espulso dal torneo di Barcellona per “verbal abuse”

Fabio Fognini questa volta non ci sta. L’azzurro che non ha mai nascosto (anzi) il suo carattere irruente e spesso sopra le righe questa volta si processa innocente e pronto a chiedere giustizia.

Cosa è successo?

L’azzurro, settimana scorsa, in campo sulla terra rossa del torneo di Barcellona è stato cacciato dal campo a causa di un “verbal abuse” ovvero di un linguaggio irriverente usato nei confronti dell’arbitro.

Uscendo dal campo, il tennista di Arma di Taggia ha subito professato la sua innocenza, spiegando poi su Instagram di essere innocente.

Oggi, in una intervista a “Corriere della Sera”, è tornato sull’episodio e ha giurato sui suoi figli (Federico e Farah, nati dal matrimonio con Flavia Pennetta) di non aver insultato nessuno.

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E poi:
Ho letto il rapporto del supervisor che mi ha squalificato e molte cose non tornano. Il giudice sostiene che io l’abbia insultato in inglese. Ma quando mai? Parlavo spagnolo, come faccio abitualmente. Mi è scappato un p..a madre di troppo, so molto bene che le parolacce e le bestemmie non andrebbero dette ma ormai mi conoscete, non sono perfetto e nemmeno un angioletto, non mi vanto di niente, in passato ho fatto molto di peggio e me ne sono preso la responsabilità, non pretendo di essere un esempio per nessuno, però bugie non ne racconto: ho quasi 34 anni, gioco da professionista da venti, se affermo che non ho insultato nessuno devono credermi. E invece hanno preferito dare retta a un signore a cui forse stavo antipatico e che oggi torna a fare il suo mestiere, qualsiasi esso sia.
Fognini ha ribadito di non essere “preoccupato” per la multa o per la sanzione ma per il danno d’immagine: già la Babolat (brand di racchette) ha minacciato di sciogliere l’accordo con l’azzurro che ora vuole chiedere i danni d’immagine.
E conclude: “Le cavolate le ho sempre ammesse, ma questa volta ho ragione e vado dritto alla meta. Mi hanno negato il confronto con il giudice di linea: avremmo potuto chiarire l’equivoco. Non ho mai detto una parolaccia in inglese in vita mia! Non può finire così. Sono nei top 30, sto bene fisicamente, ho ancora molto da dare”.

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