Ucraina, la toccante iniziativa di Gigi Hadid

L’iniziativa della top model

Gigi Hadid è stata una delle prime modelle, con Vittoria Ceretti, a fermarsi e dire qualcosa su quanto sta accadendo in Ucraina.

Lo ha fatto in settimane convulse per il mondo della moda, con la settimana scorsa Parigi e prima ancora Milano.

Gigi Hadid ha così scritto un lungo pensiero su Instagram.

Avere un calendario prestabilito per il mese della moda significa che io e i miei colleghi presentiamo spesso nuove collezioni di moda durante periodi straziante. Non abbiamo il controllo sulla maggior parte dei nostri orari di lavoro, ma vorremmo sfilare “per” qualcosa. Seguendo le orme di Mica Arganaraz, mi impegno a donare i miei guadagni della sfilate dell’autunno 2022 per aiutare coloro che soffrono a causa della guerra in Ucraina, oltre a continuare a sostenere coloro che vivono la stessa cosa in Palestina. I nostri occhi e il nostro cuore devono essere aperti a tutte le ingiustizie umane. 

Nel testo Gigi Hadid cita la collega argentina Mica Arganaraz che tra le prime ha deciso di rendersi protagonista del gesto di solidarietà.

Non solo nelle ultime ore si è parlato molto anche della sfilata, sempre a Parigi, di Balenciaga. Lo stilista del brand Demna ha voluto dedicare l’intero défilé a quanto sta succedendo in Ucraina.

Demna ha anche una storia particolare alla spalle visto che è rifugiato georgiano e si rifugiò nel 1993 in Germania.

Lo stilista ha spiegato: “La guerra, ha innescato il dolore di un trauma che portavo dentro di me dal 1993, quando accadde la stessa cosa nel mio paese natale e io divenni per sempre un rifugiato. Per sempre, perché è qualcosa che resta dentro di te. La paura, la disperazione, realizzare che nessuno ti vuole. Ma ho anche realizzato che cosa veramente conta nella vita, le cose più importanti, come la vita stessa, l’amore umano e la compassione”.

E poi: “È per questo che lavorare alla sfilata questa settimana è stato così incredibilmente difficile per me. Perché in un tempo come questo la moda perde la sua rilevanza e il suo stesso diritto di esistere. La settimana della moda suona come un’assurdità. Ho pensato per un attimo di cancellare la sfilata a cui io e la mia squadra stavamo lavorando. Poi ho realizzato che cancellare lo show avrebbe significato darla vinta, arrendersi al male che mi ha ferito così tanto per quasi 30 anni. Ho deciso che non posso più sacrificare parte di me a questa guerra dell’ego insensata e senza cuore”.

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