Tragedia del Mottarone: le indagini su cosa non ha funzionato

Nella tragedia hanno perso la vita 14 persone

L’incidente della funivia di Stresa – Mottarone ha provocato la morte di 14 persone: una tragedia senza precedenti nella prima domenica in cui finalmente avevano riaperto gli impianti di risalita.

Sulla cabina, poi precipitata, viaggiavano almeno 15 persone e l’incidente si è verificato nel tratto più alto del percorso che raggiunge l’altezza di 1.491 metri.

Ora, inevitabilmente si cercherà di capire cosa sia realmente successo e soprattutto sarà necessario comprendere se la tragedia poteva essere evitata.

Nelle ultime ore, Pasquale Pantano, il difensore della società che gestisce l’impianto ha spiegato: «I controlli, le verifiche, erano tutte a posto. Poi quel che è accaduto è da verificare».

La procura intanto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo: ma tanti sono gli interrogativi.

Dalla fine che si è rotta al freno di sicurezza che non ha funzionato come avrebbe dovuto con le morse che avrebbero dovuto attivarsi cosa che invece non è successo.

A fare luce sul caso il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi: «Dobbiamo – ha dichiarato a Il Giorno – verificare anche la fattispecie di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell’impianto. L’intera area è stata messa sotto sequestro. Cominceremo dai rilievi tecnici per accertare le cause dell’incidente».

La cosa che colpisce e stupisce è che la fine si sia spezzata cosa che non dovrebbe mai succedere.
L’altro punto di domanda è come mai il freno non sia entrato in funzione: «Per spiegarci in modo semplice – dice alla Stampa uno storico gestore di impianti a fune, Giovanni Bertolo – , non è un sistema che entra in funzione solo quando ci sono problemi, è continuamente attivo se la cabina è ferma. Dunque il test è il normale utilizzo. E in caso di caduta libera c’è un sensore che determina il blocco istantaneo».

La prima a dover rispondere del malfunzionamento sarà società Ferrovie del Mottarone, ma anche la Regione che aveva la proprietà e infine l’ingegnere con la qualifica di direttore di esercizio e anche la Motorizzazione, che avrebbe il compito di fare le verifiche.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *