Saman, il racconto delle percosse del padre affidato ai carabinieri

Saman Abbas

Saman, il racconto delle percosse del padre affidato ai carabinieri. Picchiata perché non accettava un matrimonio combinato

Si sono riaccesi i riflettori sul caso di Saman Abbas, la giovane pakistana molto probabilmente uccisa dai familiari per aver rifiutato un matrimonio combinato. Dopo le ammissioni del padre e altri dettagli sul presunto omicidio (il corpo della giovane non ancora è stato ritrovato) il Corriere della Sera riporta anche il racconto di Saman, fatto ai carabinieri.

Il racconto parla delle percosse che il padre della giovane le infliggeva ripetutamente: “Un anno fa, il 17 novembre 2019, sono andata in Pakistan con mio padre e mia madre per restarvi sino al 14 febbraio del 2020. Il 31 dicembre c’è stato il fidanzamento con mio cugino di 29 anni e il matrimonio era previsto il 22 dicembre 2020. A mio padre, appena ho saputo che voleva che mi sposassi con mio cugino, ho detto che non volevo farlo, sia perché lui era troppo grande sia perché non mi piaceva… E lui mi picchiò“.

In un altro passaggio del colloquio, Saman dice: «Spesso è capitato che mio padre cacciasse di casa me, mia madre e mio fratello e andava a finire che dormivamo per strada, sul marciapiede. Ci cacciava dicendo: “Questa è casa mia, andate via!”. Lo diceva sia a me che a mia madre». Si comportava così «perché non volevo sposarmi, ma non solo. Lo faceva anche prima. Spesso era ubriaco e mi picchiava per motivi diversi. Mi picchiava perché io volevo andare a scuola e lui era contrario. Infatti io ho finito la terza media facendo l’esame, ma quando gli ho detto che volevo iscrivermi alle superiori lui ha detto no, picchiandomi».

La giovane veniva picchiata «di continuo, prima del fidanzamento con mio cugino, soprattutto quando beveva». Dopo fidanzamento «anche se non era ubriaco mi picchiava perché io gli dicevo, anche un po’ arrabbiata, che non volevo sposarmi…».

«Le reazioni di mio padre – continua Saman – erano violente a livello fisico. Mi picchiava. Una volta, circa cinque mesi fa, ha lanciato un coltello nella mia direzione, non ha colpito me ma il mio fratellino, ferito a una mano. Nonostante perdesse molto sangue e io avessi detto di volerlo accompagnare al Pronto soccorso, nostro padre ha detto che non era possibile e ha chiuso la porta di casa. Era presente anche mia madre che però non ha detto né fatto niente…».

Saman cercava di convincere i parenti a non farla sposare: «Anche mio cugino Rukisar era contrario alle nozze. Con mamma insistevo: “Dai, tu sei una mamma, lui è troppo grande per me, anche lui non vuole sposarsi con me…”», ma la madre rispondeva: «Lei diceva che non era una decisione che spettava a me…».

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