Mondiali del Qatar: mentre si costruiscono gli stadi continuano a morire i migranti

Si parla di una stima di oltre 6.500 lavoratori

Il modello dei Mondiali di Calcio del Qatar è stato spesso preso ad esempio per la velocità e l’efficienza nel costruire impianti e strutture che ospiteranno la rassegna nel 2022.

Peccato che come si dice spesso, non sia tutto oro quel che luccica. Nelle ultime ore fa discutere una inchiesta del “Guardian” da cui emerge come siano morti circa 6500 lavoratori immigrati provenienti da paesi come India, Nepal e Bangladesh, ma anche da Pakistan, Sri Lanka, dalle Filippine.

I dati sono degli ultimi 10 anni ovvero da quando il paese ha vinto la possibilità di ospitare la Coppa del Mondo. 

In media 12 lavoratori provenienti da questi paesi sono morti da dicembre 2010, quando per strada si festeggiava la vittoria dell’assegnazione del Mondiale.

Ad esempio un lavoratore del Bangladesh, Mohammad Shahid Miah Mohammad Shahid Miah è morto nel suo appartamento quando l’acqua nella sua stanza è entrata in contatto con un cavo elettrico fulminandolo.

 

Tutto questo mentre il Qatar si faceva bello e si impegnava a costruire strutture ultra moderne e sette nuovi stadi.

Ufficialmente non si parla di una stretta connessione, o meglio gli organizzatori hanno parlato solo di 37 decessi tra i lavoratori direttamente collegati alla costruzione degli stadi dei Mondiali, di cui 34 sono stati classificati come “non legati al lavoro” dal comitato organizzatore dell’evento..

In realtà questa ultima affermazione è stata messa in discussione perché molti sono morti nei cantieri, stremati dal lavoro e dal caldo.

Nel 2019 uno studio ha evidenziato come il caldo estivo del Qatar porterà a stremare molti lavoratori: peccato che spesso le persone immigrate morte non vengano sottoposte a vere e proprie autopsie e quindi le morti vengano considerate per motivi naturale quando spesso sono legate alle difficili condizioni in cui devono lavorare.

La ricerca del Guardian ha anche evidenziato la mancanza di trasparenza, rigore e dettaglio nella registrazione dei decessi in Qatar. 

In una recente dichiarazione, un portavoce della Fifa, l’organo di governo del calcio mondiale, ha affermato di essere  impegnato a proteggere i diritti dei lavoratori: “Con le misure di salute e sicurezza molto rigorose in loco … la frequenza degli incidenti nei cantieri della Coppa del Mondo Fifa è stata bassa rispetto ad altri importanti progetti di costruzione in tutto il mondo”.

Peccato però non siano state fornite evidenze.

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